La scelta dell'argomento della tavola rotonda organizzata dalla Cassa, all'interno del Congresso Nazionale del Notariato che si terrà a Roma nei giorni 3/5 novembre 2022, trova le proprie ragioni in una serie di elementi.
Le politiche in materia previdenziale devono essere orientate dall'esigenza di garantire la sostenibilità del sistema.
Requisiti anagrafici e contributivi, senza aumenti indiscriminati, rappresentano gli strumenti attraverso i quali si può attenuare la spesa generale e consentire l'equilibrio gestionale nel medio/lungo periodo.
Logicamente anche tenendo conto dell'innalzamento della speranza di vita, accertato dall'ISTAT.
Premesso che il pagamento dell'indennità di cessazione già costa alla nostra Cassa non meno di 35 milioni annui, il pensionamento anticipato, completamente sconosciuto negli anni passati - quando slegato da particolari situazioni soggettive - delinea una sconfitta del sistema notariato, perchè frutto dell'incertezza del futuro professionale e della diseguale distribuzione di lavoro tra colleghi.
La previdenza notarile ha e deve mantenere quali pilastri fondanti il patto generazionale e la solidarietà: solo grazie ai versamenti contributivi dei notai in esercizio - indipendentemente dalle singole capitalizzazioni - si pagano le pensioni a coloro che, nello stesso arco temporale, non esercitano più le funzioni per motivi di età o di anzianità contributiva.
E l'entità della prestazione pensionistica risulta parametrata ai soli anni di attività professionale, nel giusto rispetto del carattere pubblico del ministero svolto da ciascuno di noi.
Quindi, dibattito aperto con politici ed esperti del settore per una previdenza sempre più al passo con i tempi, ma ancorata ai suoi tratti originari.
Vincenzo Pappa Monteforte