Così il numero uno della Cassa Nazionale del Notariato parlando alla platea dei numerosi notai intervenuti al Congresso Nazionale
Vorrei esprimere innanzitutto una sincera soddisfazione per come è stato accolto — e soprattutto fatto proprio — il messaggio che il Consiglio di Amministrazione ha voluto trasmettere in questo contesto: la Cassa è il nostro Ente di previdenza e lo deve essere sin dall’inizio del nostro percorso professionale, non soltanto negli anni che precedono il pensionamento.
Abbiamo constatato con piacere come il tema del welfare pro-lavorativo, affrontato durante la nostra tavola rotonda, abbia riscosso grande interesse e partecipazione. Io e il mio CDA, appena insediato, siamo da sempre convinti che solo attraverso un confronto chiaro trasparente e ampio si possa individuare il cammino più giusto per risolvere problematiche importanti.
Abbiamo ascoltato con attenzione ed interesse le istanze pervenute ieri dai colleghi e ascolteremo con altrettanto interesse quelle di oggi, che in parte abbiamo già affrontato con attenta valutazione in CDA e con esperti del settore, riservandoci di proseguire nel prossimo futuro ad ulteriori approfondimenti.
Gli squilibri demografici e economici finanziari, il “longevity risk”, il prepensionamento, la difesa dei principi etici insiti nel notariato, la tutela del patto generazionale: sono solo alcune delle più delicate questioni che stiamo costantemente monitorando.
L’andamento positivo dei bilanci della nostra Cassa non ci esime dal non approfondire, da una parte i fenomeni e gli andamenti che possano incidere sulla sua sostenibilità a lungo termine, e dall’altra dall’ individuare azioni responsabili nei confronti di tutti i colleghi, attivi e pensionati.
Uno sviluppo non fisiologico della attività professionale determina però conseguenze negative sui bilanci della Cassa.
Mi spiego meglio. Si è infatti osservato che in corrispondenza di flessioni importanti dell’attività professionale aumenta il numero di richieste dell’assegno di integrazione. Negli ultimi 10 anni il costo è raddoppiato superando i 2 milioni di euro. Come capite, una realtà su cui riflettere molto.
L’allungamento della vita ci porta a ragionare, tra le altre cose, anche sulle protezioni sanitarie che una platea di attivi over 60 e pensionati richiedono.
Abbiamo rinnovato la polizza sanitaria e non vi nascondo che non è stato un percorso semplice. Sottoscriverla e’ stato un impegno considerevole ed, infatti, qualche Ente previdenziale, tra quelli privati, non è riuscito a garantirla.
Il percorso che ha portato al rinnovo con la compagnia assicurativa Reale Mutua è stato molto complesso e delicato a causa, soprattutto, delle mutate condizioni dei mercati di riferimento, caratterizzati negli ultimi anni dall’aumento dei sinistri e della correlata crescita della spesa sanitaria privata. Anche perchè, come tutti voi sapete, il Servizio Sanitario Nazionale non è più in grado di garantire un’assistenza rapida ed efficiente. Lunghe liste d’attesa e problematiche varie non riescono a garantire la prevenzione o l'immediata cura di una patologia grave.
Noi siamo riusciti anche a ridurre il premio per quelle fasce più deboli degli iscritti che vogliono ampliare la propria tutela, con garanzie aggiuntive importanti come quelle contemplate nel Piano Sanitario Integrativo.
Credo che il lavoro fatto dalla Cassa in questi anni e quello che oggi sta facendo il CDA sia l’espressione tangibile della responsabilità con cui stiamo operando.
La situazione che viviamo è complessa ed è indubbio che quello che ci aspetta domani sarà un impegno ancora maggiore.
Da dove partiremo? Innanzitutto dalla consapevolezza degli obiettivi raggiunti.
La credibilità della nostra Cassa presso tutte le Istituzioni è aumentata nel corso degli anni.
Abbiamo sempre dimostrato la nostra capacità di governare l’autonomia che ci e’ stata data dalle Leggi sulla privatizzazione.
Di svolgere con serietà e correttezza i nostri compiti, allargando il nostro orizzonte di azione.
Abbiamo tenuto sempre presente che le nostre scelte dovevano partire dalla tutela di quel patto generazionale e di quel sistema solidaristico che sono le nostre radici.
Non abbiamo mai interrotto il dialogo con i giovani e le fasce deboli. Lo abbiamo semmai rafforzato.
Ora le sfide che abbiamo di fronte, e delle quali io e il mio CDA ne siamo fortemente consapevoli, ci impongono scelte ancora piu’ lungimiranti.
È illusorio, e direi pericoloso, pensare che la previdenza e l’assistenza siano elementi a parte, sganciati dai mutamenti in atto, da un sistema economico e soprattutto sociale in forte sofferenza.
La nostra professione è immersa nel paese. Per questo serve unità. La Cassa è assolutamente in grado di leggere il presente e soprattutto governare il futuro.
La consapevolezza non manca, e tantomeno la progettualità.
Dobbiamo continuare su questa strada e fare della difesa dei nostri principi la forza e la spinta per affrontare tutte le problematiche. A questo punto, è ineludibile parlare di deontologia, una tematica che deve stare a cuore di tutto il notariato.
Il rispetto dei principi deontologici è fondamentale e strettamente legato al tema previdenziale perché un insieme di comportamenti, di rapporti corretti e leali, consentono di costruire un ambiente ideale per lo svolgimento della nostra professione. Viceversa, ove prevalgono spinte egoistiche e accaparratorie i colleghi più fragili sono indotti ad uscire anticipatamente dal mondo del lavoro con impatti importanti per il nostro Ente.
La Cassa ovviamente svolgerà il suo ruolo con responsabilità ma sarà necessaria e fondamentale una sinergica azione di concerto con il Consiglio Nazionale del Notariato che, sono certa, non mancherà.
Noi continueremo, come è giusto che sia, a mettere al centro la sostenibilità della Cassa, a scegliere investimenti in grado di coniugare redditività e sicurezza, a difendere la nostra autonomia, a promuovere la cultura previdenziale, a parlare su tutto il territorio con i nostri iscritti, così come mi è stato richiesto, a sostenere il notaio e la sua famiglia.
Ho accennato prima ad un andamento positivo. Voglio ribadirlo: la Cassa gode di ottima salute. E vi assicuro che è vero!!!
Nel periodo successivo alla privatizzazione, avvenuta nel 1995, il nostro patrimonio associativo si è quasi triplicato. Oggi ammonta a più di 2 miliardi di euro.
La Cassa, inoltre, conferma nel tempo il suo equilibrio strutturale grazie ad un “saldo Previdenziale” sempre positivo.
La gestione patrimoniale dell’Ente mira a costruire un portafoglio coerente con gli obiettivi previdenziali della Cassa e quindi in grado di garantire, nel lungo periodo, un accrescimento del valore dei beni amministrati.
Il patrimonio mobiliare della Cassa si compone principalmente di prodotti gestiti (fondi comuni di investimento), i quali permettono di rispondere in modo sempre più professionale ai continui mutamenti che si presentano sui mercati finanziari.
Attraverso i fondi, inoltre, è possibile realizzare un’ampia diversificazione del portafoglio, il che consente di evitare che un evento negativo, su un particolare titolo o un particolare mercato, possa avere un impatto eccessivo sul patrimonio complessivo dell’Ente: in questo modo, quindi, si riduce il rischio di un’eccessiva concentrazione di investimenti. Una pratica che la Cassa segue oramai da tanto tempo, anticipando le relative direttive governative in corso di approvazione.
Anche la componente di patrimonio investita nel settore immobiliare è stata interessata, già a partire dal 2008, da un’evoluzione che ha portato alla diminuzione della quota gestita direttamente dall’Ente: al fine di avviare un processo di riqualificazione degli asset e migliorarne il rendimento, sono stati, infatti, costituiti dei fondi dedicati, gestiti da due primarie Sgr, in cui, nel corso degli anni, la Cassa ha apportato quegli immobili che presentavano delle criticità gestionali con l’obiettivo, a tendere, di procedere a loro dismissione e acquistare Trophy Asset che garantissero un rendimento crescente.
Ringrazio tutti per la vicinanza che ci avete dimostrato, la partecipazione attiva ai nostri momenti di riflessione.
Fin dal primo giorno della mia presidenza, ho detto che il dialogo per me e’ una parte importantissima per la costruzione di un percorso comune.
Da soli non si vince e non si va da nessuna parte, soprattutto non si costruisce un mondo piu’ giusto, equo e sostenibile.
Grazie per l'attenzione.