I numeri espressi sono estremamente positivi ed evidenziano la sostanziale stabilitą di una Cassa, da sempre orientata verso la mutualitą.
di Vincenzo Pappa Monteforte *
L’assemblea dei rappresentanti della Cassa Nazionale del Notariato, lo scorso 25 novembre, ha approvato all’unanimità il bilancio di previsione per l’esercizio 2023 e le variazioni al bilancio di previsione 2022.
I numeri espressi sono estremamente positivi ed evidenziano la sostanziale stabilità di una Cassa, da sempre orientata verso la mutualità.
Seppur in un’ottica prudenziale, l’avanzo economico stimato per il prossimo anno è di 52,259 milioni di euro, a fronte di riserve patrimoniali che raggiungeranno la cifra di 1,771 miliardi di euro, dimensione sufficiente a garantire la copertura delle cinque annualità di pensioni erogate (l’indice di copertura a fine 2023 è previsto pari a 7,60). E ciò nonostante l’esaurimento del rimbalzo repertoriale post covid registrato nel 2021 e la crisi politico-economica mondiale in atto derivante dal conflitto russo-ucraino, alla base dell’aumento dell’inflazione, del costo del denaro e dei costi energetici.
Quello del 2022 è un risultato pressocché in linea con l’esercizio 2021, che nel 2023 - per i fattori accennati e sulla base delle stime di crescita del PIL – dovrebbe subire una leggerissima flessione, tenuto conto della ipotizzata riduzione della richiesta del servizio notarile.
La contribuzione corrente previdenziale proveniente dagli archivi notarili è previsto, infatti, raggiunga una valorizzazione nel 2023 pari a 329,000 milioni di euro corrispondente ad un repertorio di 851,000 milioni di euro (-1,50%).
Il saldo della gestione corrente per il prossimo esercizio è ipotizzato in 88,035 milioni di euro: contributi previdenziali totali attesi pari a 329,500 milioni di euro, a cui sottrarre – a parte l’onere per la polizza sanitaria (6,000 milioni di euro), i sussidi impianto studio (150 mila euro), i contributi fitti sedi consigli notarili (50 mila euro) e assegni di profitti e sussidi straordinari (15 mila euro) - 235,250 milioni di euro per prestazioni correnti previdenziali (nella proiezione finale 2022, le voci predette risultano rispettivamente pari a 334,863 milioni di euro ed a 223,750 milioni di euro).
Anche i rendimenti del patrimonio (mobiliare e immobiliare), nonostante le criticità del periodo, sono aumentati nel 2022: previsione 35,037 milioni di euro, proiezione 54,769 milioni di euro. Resta il peso della forte fiscalità, che continua a drenare importanti risorse, ma tutto questo non ha impedito la copertura delle indennità di cessazione corrisposte grazie ai rendimenti ricordati.
Negli anni la Cassa ha posto la massima attenzione al perseguimento di una politica mirata al contenimento dei costi di gestione, fermo restando la necessità di mantenere adeguati standard qualitativi dei servizi resi, e questa rimarrà la linea di fondo del C.d.a. in carica.