Newsletter Comunicazione 27 maggio 2022
Cosa succede quando un libero professionista si ammala? Quando è costretto a bloccare la propria attività? Un tema più volte messo sul tavolo del Governo e del Parlamento durante audizioni e incontri pubblici o privati. E che ha prodotto passi in avanti e passi indietro.
A correre in aiuto dei liberi professionisti e del loro “diritto” ad ammalarsi è arrivato l’emendamento approvato nella Legge di Bilancio 2022 che ha come primo firmatario il senatore di FDi Andrea de Bertoldi. Una scelta nata dopo che il Disegno di legge “Malattia e infortuni” aveva portato a casa la bocciatura della Ragioneria dello Stato per mancanza di coperture.
La nuova norma prevede che, in caso di ricovero per grave malattia o infortunio o intervento chirurgico, cure domiciliari sostitutive del ricovero ospedaliero, che comportino un’inabilità temporanea all’esercizio dell’attività professionale, al professionista e al cliente non sarà attribuita alcuna responsabilità per la scadenza dei termini a favore della Pubblica Amministrazione per l’adempimento di una prestazione nei 60 giorni successivi al verificarsi dell’evento.
Lo stesso vale in caso di parto prematuro o interruzione di gravidanza, ma per 30 giorni.
Tutto a posto quindi? Un passo in avanti ma non basta, come sottolinea il Presidente dell’unione nazionale giovani dottori commercialisti esperti contabili, Matteo De Lise che chiede al Governo e al Parlamento di riprendere a discutere sul Ddl Malattia prevedendo azioni di sostegno più ampie.
“Il Ddl Malattia - denuncia De Lise - è una novità molto importante per i professionisti. Un punto di partenza che occorre riprendere e rafforzare ulteriormente. Riteniamo infatti necessari interventi legislativi che consentano ai liberi professionisti di vedersi garantito il diritto di mettere in “pausa” tutte le attività lavorative in particolari momenti della propria vita, ad esempio in caso di gravidanza o di malattia personale o di un proprio caro. Per questo, chiediamo che nel Ddl Malattia venga ampliata la tutela del professionista non solo in termini di sospensione degli adempimenti fiscali, ma consentendo la sospensione per un dato periodo di tutti gli obblighi lavorativi professionali”.
“Chiediamo, inoltre – conclude il Presidente Ungdcec - che sia contemplata la maternità per le donne professioniste e che la sospensione sia estesa a tutte le attività svolte. Sarebbe importante anche che venisse riconosciuto il congedo di paternità agli uomini, considerando che recentemente è stato reso obbligatorio e prolungato per altre categorie di lavori”.
Cosa prevede l’emendamento?
I termini relativi agli adempimenti sono sospesi dal giorno del ricovero in ospedale o di inizio delle cure domiciliari fino a 30 giorni dopo la dimissione dalla struttura sanitaria o la conclusione delle cure domiciliari.
In caso di decesso del professionista, i termini relativi agli adempimenti sono sospesi per 6 mesi, a patto che, entro 30 giorni dal decesso, il cliente invii il mandato professionale alla PA.
Le norme si applicano anche quando l’esercizio della professione avviene in forma associata o societaria, se il numero complessivo dei professionisti associati o dei soci è inferiore a 3 o il professionista è nominativamente responsabile dello svolgimento dell’incarico professionale.
La PA potrà richiedere alle ASL l’effettuazione di visite di controllo nei confronti di coloro che richiedono l'applicazione della sospensione degli adempimenti.