“A rischio i principi fondanti della privatizzazione”

“Di certo, l’attuale imposizione dei rendimenti delle Casse professionali – addirittura più gravosa di quella prevista per le società lucrative – è apparsa, nella logica dell’uguaglianza sostanziale riconosciuta dall’articolo 3 della Carta costituzionale, “discriminatoria”. Così il presidente della Cassa nazionale del Notariato, Vincenzo Pappa Monteforte, nell’introduzione dello studio che sarà presentato il prossimo 21 luglio durante la tavola rotonda organizzata presso l’Auditorium di Cassa Forense.

 Una ricerca, commissionata dalla Cassa del Notariato all’Università “Parthenope” di Napoli, che nasce anche dall’esigenza di comparare il regime fiscale al quale sono sottoposte le Casse di previdenza private italiane con quello adottato dagli altri Paesi della Comunità europea.

 Dal lavoro “è emerso che il quadro normativo in materia di previdenza e di tassazione dei rendimenti relativi a investimenti mobiliari e immobiliari è molto articolato – sottolinea Pappa Monteforte – e che il sistema di tassazione italiano è un unicum nel panorama europeo. Una situazione che da tempo le Casse di previdenza, e la stessa Associazione che le rappresenta, denunciano. Siamo equiparati agli investitori speculativi, eppure i soldi che gestiamo e investiamo sono frutto dei contributi dei nostri iscritti, ai quali eroghiamo la previdenza e tutte quelle forme di assistenza e sostegno che mai come in questo difficile periodo si sono rivelate indispensabili.

 C’è una evidente discrasia tra la rilevanza sociale e pubblica del prelievo contributivo e il regime fiscale che le Casse subiscono. Così come c’è disarmonia tra la tassazione imposta alle Casse - che ricordo erogano previdenza di primo pilastro - e quella dei Fondi pensione”.

 Ai Fondi pensione viene applicata un’aliquota fiscale pari al 20% dei rendimenti realizzati, agli Enti previdenziali privati il 26%. Ai Fondi pensione viene tassata la sola parte della prestazione pensionistica relativa ai contributi versati. Gli Enti previdenziali privati e i propri iscritti subiscono una duplice tassazione sostanziale dei rendimenti: una prima volta nella fase della maturazione e una seconda nella fase dell’erogazione delle prestazioni.

C’è, ancora, un altro tema di grande attualità che la ricerca affronta, ossia i tentativi di ripubblicizzazione degli Enti.

 “Anche recentemente, il Professore emerito Sabino Cassese – spiega il Presidente Pappa Monteforte – ha denunciato come “In poche occasioni si sono registrate involuzioni normative tanto gravi e pericolose quanto quelle che riguardano le Casse professionali private”.I numerosi controlli ai quali sono sottoposti gli Enti e la stessa Cassa Nazionale del Notariato, le norme emanate per la Pubblica Amministrazione fatte ricadere sul sistema AdEPP, l’emanando decreto sugli investimenti che mette “paletti” in evidente contraddizione con l’autonomia gestionale, organizzativa, amministrativa sancita dalle leggi dello Stato, sono solo alcuni degli aspetti che rischiano di mettere in discussione i principi fondanti della privatizzazione, ponendosi in assoluto contrasto con la stessa Carta Costituzionale”.

 E non sono di certo gli obblighi che gravano sui notai - per la funzione pubblica che essi svolgono - a trasformarli in funzionari pubblici.

 Che le Casse abbiano una funzione pubblica perché erogano la previdenza di primo pilastro è conclamato. Ma, in ogni caso, sono e restano Enti di diritto privato: a) non usufruiscono di finanziamenti pubblici; b) le risorse gestite non provengono dal tesoro dello Stato ma da contributi di privati; c) non sono rilevanti per la determinazione dei saldi di finanza pubblica e non concorrono alla formazione del patrimonio pubblicod) il vincolo non è disposto nell’interesse pubblico, ma nell’interesse dei privati che beneficeranno delle prestazioni derivanti dalle contribuzioni obbligatorie”.

 

Arrivare ad una tassazione “giusta”, al rispetto dell’autonomia delle Casse, alla razionalizzazione dei numerosi controlli - spesso in contrasto tra loro - al riconoscimento del ruolo indiscusso degli Enti di previdenza e delle loro capacità gestionali finora ampiamente dimostrate, sono alcuni dei temi che saranno messi sul tavolo del confronto il prossimo 21 luglio e sui quali il dibattito è aperto.