Dal finanziamento per l’apertura dello studio al nuovo metodo di calcolo per l’assegno di integrazione, l’iscritto continua ad essere al centro delle politiche della Cassa.
“Il nostro obiettivo, ancora una volta, è aiutare i colleghi in difficoltà supportandoli sia professionalmente, sia finanziariamente” così il Presidente della Cassa del Notariato, Vincenzo Pappa Monteforte, commentando le ultime azioni adottate dal proprio Consiglio di Amministrazione.
Dal finanziamento per l’apertura dello studio al nuovo metodo di calcolo per l’assegno di integrazione, l’iscritto continua ad essere al centro delle politiche della Cassa.
“Abbiamo portato da 5 mila a 10 mila il contributo sugli interessi dei finanziamenti contratti per l’impianto dello studio – spiega il Presidente Pappa Monteforte – per sostenere i notai di prima nomina che subiscono i ripetuti aumenti del tasso di interesse, decisi dalla BCE, che rendono più oneroso l’accesso al credito”.
“Inoltre, il Consiglio di Amministrazione – sottolinea il Presidente - ha deliberato un nuovo Regolamento che, nel rispetto dell’incardinato “principio mutualistico” e nella difesa della solidità economica della Cassa, contiene alcune regole in grado di aiutare con maggiore forza gli iscritti nei momenti più delicati della loro vita professionale e non”.
In tale direzione va considerata la modifica dell’assegno di integrazione che vede l’innalzamento dal 40% al 60% della quota massima dell’onorario medio nazionale fissabile dal consiglio di amministrazione per definire la soglia in concorrenza della quale il Notaio avrà diritto all’integrazione degli onorari di repertorio prodotti. Quota che può arrivare al 90% in presenza di eventi gravi e straordinari che abbiano inciso in modo significativo sugli stessi onorari.
Ma non solo. Gli iscritti con minore capacità economica e di risparmio, per ottenere l’assegno di integrazione, dovranno avere un reddito complessivo non superiore di una volta e mezzo l’onorario di repertorio medio nazionale (e non più due volte come prevedeva il vecchio testo normativo).
“Siamo intervenuti anche sul fronte delle pensioni indirette e di reversibilità per gli orfani inabili di notaio maggiori di ventisei anni – spiega Pappa Monteforte – elevando dal 30% al 70% la pensione liquidata o che sarebbe spettata al Notaio”.
Il Consiglio di Amministrazione ha modificato ulteriormente il metodo di calcolo dell’indennità di cessazione. È stato, infatti, variato il valore del “tetto” al di sopra del quale non potrà salire l’annualità dell’indennità di cessazione ovvero di quel parametro economico che, assieme all’anzianità effettiva di esercizio del Notaio, contribuisce alla formazione dell’importo del trattamento di fine attività. Solo per quella porzione di anzianità che sarà maturata dall’iscritto dopo l’1 gennaio 2023, il valore di tale “tetto” non sarà più rappresentato dall’ammontare della pensione massima (maggiorata di un suo terzo) bensì da quello della pensione minima (maggiorata della sua metà).
E dulcis in fundo, una norma finale nel nuovo Regolamento stabilisce che in tutti gli articoli dello stesso testo normativo in cui è contenuta la parola “coniuge” sono aggiunte le parole “o la persona unita civilmente”.
“I mutamenti in atto riguardano il mondo del lavoro, la professione – conclude il Presidente – ma anche la famiglia, Oggi non parliamo più solo di assegno di maternità ma di contributo alla genitorialità. Stabilire un contatto diretto con i propri iscritti, raccogliere costantemente le loro istanze, indirizzare le politiche di intervento della Cassa tenendo conto della realtà in evoluzione non può prescindere dal considerate il notaio nella sua interezza, professionale e personale. Se non si vuole fare l’errore di escludere qualcuno o non farlo sentire rappresentato”.